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Come difendersi dal pignoramento del conto corrente per stipendio o pensione: nuovi limiti e regole

  • Immagine del redattore: Cristina Bonesi
    Cristina Bonesi
  • 5 ago 2015
  • Tempo di lettura: 2 min

Il Decreto Legge n. 83/2015, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 27 giugno 2015, modifica nuovamente molti aspetti in materia fallimentare, civile e processuale civile.

In commento le novità circa il pignoramento presso terzi titolari di conto corrente bancario e i nuovi limiti che si applicheranno per il pignoramento di stipendi, di pensioni, di altre somme ad essi assimilati come Tfr, indennità percepite in luogo delle pensioni, assegni, salari ecc.

Se il creditore viola i nuovi limiti imposti, si ha l’inefficacia rilevabile d’ufficio dal giudice dell’esecuzione del pignoramento limitatamente alle somme eccedenti. Ciò che viene modificata è la quota della base pignorabile.

In caso di pensioni depositate sul conto corrente bancario o postale: • prima del pignoramento, la base pignorabile è la seguente: importo della pensione mensile o importo dell’assegno sociale (448,51 euro), moltiplicato per 3 volte; • ottenuta così la base pignorabile, è possibile pignorare l’intera somma che eccede la base pignorabile; • dopo il pignoramento, la base imponibile cambia ed è la seguente: importo della pensione o dell’assegno sociale aumentato della metà.

Dalla base pignorabile si può pignorare: - crediti alimentari nella misura è stabilita dal giudice; - crediti dello Stato, Comune, Provincia: il limite pignorabile dalla base ottenuta è di 1/5; - pignoramenti di diversa natura: la base pignorabile può essere ‘aggredita’ fino alla metà; - altri crediti: nel limite di 1/5 della base pignorabile.

In base alle nuove disposizioni normative, gli istituti di credito potranno bloccare i conti correnti bancari nei limiti previsti soltanto se le somme accreditate derivano da pensioni o stipendi/salari: se vengono accreditate somme aventi causale diversa, il conto rimane aggredibile senza alcun limite.

Circa il pignoramento del conto corrente sotto il minimo, oggi il governo ha approvato un decreto legge che rivede tutti i limiti di pignoramento del conto corrente di pensionati e lavoratori dipendenti.

Per questi ultimi, infatti, non sarà più necessario prelevare, periodicamente, l’intera provvista presente sul conto corrente per non renderlo pignorabile, ma sarà sufficiente fare in modo che il conto non superi mai il limite pari a tre volte l’assegno sociale previsto per legge. Per il 2015 l’assegno sociale ammonta ad euro 448,52.

Per tutti gli importi successivamente accreditati (ossia da 1.345,56 in su) può pignorare solo il quinto. Questa nuova regola, ribadiamo, vale solo per redditi derivanti da lavoro dipendente (anche il TFR) e la pensione.

È impignorabile anche il conto corrente affidato quando il correntista lo mantiene “in rosso”, ma entro la soglia del fido.

In ultimo, nel caso di conto corrente cointestato a due persone, ogni pignoramento può avvenire nella misura massima del 50%, a prescindere da chi sia il beneficiario effettivo di ogni singolo versamento. Per un ulteriore approfondimento, rimandiamo al testo integrale del Decreto Legge n. 83/2015.

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