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TFR in busta paga: ma conviene?

  • Immagine del redattore: Cristina Bonesi
    Cristina Bonesi
  • 31 mar 2015
  • Tempo di lettura: 3 min

Per avere il Tfr in busta paga il lavoratore deve fare domanda all'azienda per la Qu.I.R, ovvero la Quota maturanda del Trattamento di fine rapporto come parte Integrativa della Retribuzione; la sperimentazione dovrebbe partire dal 1 marzo 2015. Diciamo dovrebbe perchè il decreto di attuazione è ancora in fase di elaborazione da parte dei tecnici del governo Renzi, in ritardo di circa due settimane e dovrà poi avere l'ok del Consiglio di Stato. Prendiamo per buono che tutto si risolva e la sperimentazione sul Tfr in busta paga parta davvero da marzo come hanno ribadito da Palazzo Chigi in questi giorni, pubblichiamo quindi una guida in più parti su questa novità che riguarda il trattamento di fine rapporto. Chi decidesse di aderire non potrà tornare indietro fino al 30 giugno 2018, quindi è il caso di chiedersi se davvero conviene avere la quota mensile di Tfr in busta paga, soprattutto in relazione alle imposte e tasse che si pagano (ebbene sì, se ne pagano di più scegliendo di averlo nello stipendio), alle detrazioni fiscali e aiuti sociali che possono diminuire e ad un eventuale fondo pensione per la previdenza integrativa.

  • Lavoratori dipendenti: leggete anche la guida sulla Riforma del Lavoro - Jobs Act per tutti i dettagli sui contratti di lavoro, i nuovi sussidi di disoccupazione 2015, le modifiche alle mansioni dei lavoratori, i congedi parentali e altro ancora

  • Lavoratori autonomi: leggete la guida Partita Iva, Meglio il Regime dei Minimi o il Forfettario? per le novità sui regimi agevolati e i contributi per la pensione

Tfr in busta paga: a chi conviene, cosa valutare

In estrema sintesi la quota mensile di Tfr in busta paga porta in ogni caso a pagare più tasse nella dichiarazione dei redditi perchè tassata con la normale aliquota Irpef e non con quella agevolata per il Tfr, non rientra nel calcolo del reddito per il bonus Irpef di 80 euro al mese ma inciderà sulle detrazioni per lavoro dipendente o familiari a carico, non incide sull'imponibile previdenziale ma può avere negativi effetti sulla pensione integrativa. Però essendo aumentata la tassazione sui fondi pensione (dove molti lavoratori dirottano tutto o parte del Tfr) la situazione è molto complicata.

Questi gli approfondimenti che vi proponiamo per aiutarvi a valutare cosa convenga fare col vostro trattamento di fine rapporto, se usarlo da qui al 2018 per le piccole spese quotidiane sempre incombenti o se lasciarlo in azienda per beneficiarne in seguito:

  • Tfr in Busta Paga o in Azienda: le tasse ne riducono la convenienza? Fate bene i vostri conti perchè optando per il Tfr nello stipendio si pagano più tasse, c'è il rischio di vedersi ridurre varie detrazioni fiscali nella dichiarazione dei redditi ma anche prestazioni sociali come il bonus bebè, l'assegno familiare ecc...

  • Col Tfr in busta paga si riduce la pensione integrativa: ennesimo papocchio fiscale e contributivo, perchè bisogna considerare quanto si ridurrà l'assegno che si prenderà dal fondo pensione scegliendo il Tfr nello stipendio; ma attenzione, perchè il governo Renzi ha alzato la tassazione sui fondi pensione, quindi il calcolo è ancora più complicato!

  • Fondi Pensione Integrativa Meglio del Tfr: Previdenza Complementare al Top per qualche numero e considerazione sul confronto "fondo pensione integrativa VS accantonamento Tfr con rivalutazione"

  • Tfr in Busta Paga, 5 Cose da Sapere per Essere Pronti il 1 Marzo: breve memorandum con i punti-chiave da tenere presenti al momento della scelta

strumento gratuito per calcolare on line quanto si può avere in più al mese

A partire dal 1 marzo tutti i lavoratori dipendenti potranno chiedere alla propria azienda l'adesione alla sperimentazione del Tfr in busta paga: sono esclusi i lavoratori domestici, del settore agricolo, di aziende sotto procedure concorsuali, fallimentari, ristrutturazione dei debiti, in CIGS. Dopo aver fatto la domanda per la Qu.I.R, la quota mensile di trattamento di fine rapporto in busta paga dovrebbe essere già dal primo mese dopo la richiesta per le aziende con più di 50 dipendenti, dopo tre mesi per quelle con meno di 50 dipendenti: questo per dar loro il tempo di avere eventuali finanziamenti visto che in genere usano le quote di Tfr per autofinanziarsi (altro regalo alle banche? Forse, però precisiamo che questi prestiti alle imprese saranno garantiti dallo Stato e con tassi di interesse non oltre il tasso di rivalutazione del Tfr stesso).

 
 
 

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